Pur avendo origini più antiche di quanto si creda, il crowdfunding ha vissuto in anni più recenti un vero e proprio boom. Molto si deve sicuramente alla nascita di piattaforme atte a supportare il lancio di campagne di raccolta fondi (come ad esempio Kickstarter, Indiegogo ecc.), ma forse la ragione principale è che le motivazioni che ne sono alla base non sono legate solo a logiche economiche.
Il crowdfuding, infatti, è una pratica di micro-finanziamento dal basso che ha lo scopo di attivare processi di collaborazione economica tra gruppi di persone per la realizzazione di iniziative e progetti legati alla loro sfera di interesse (sicuramente non ordinari). È il frutto di questa epoca di trasformazioni, in cui le soluzioni “a rete” si affermano con sempre maggior forza e possibilità di successo. Esattamente l'opposto di quanto accadeva fino a pochi anni fa, quando anche le modalità di investimento erano principalmente top-down oriented e guidate, spesso, da interessi economici o logiche speculative.
Come si evince dal sito thecrowdcafe.com, le motivazioni che spingono le persone comuni a partecipare (anche con piccole somme di denaro) a queste iniziative sono molteplici: possono andare dal desiderio di aiutare un familiare fino alla possibilità di ricevere un eventuale "reward" o, in casi ancora più particolari, possono nascere dalla volontà di sentirsi parte di qualcosa di più grande, spinti da uno spirito di collaborazione o appartenenza.
Sono moltissimi i progetti già implementati attraverso questa formula: film, giochi da tavola e serie tv, ma anche idee stravaganti (come il Fidget Cube), e altre sicuramente destinate a lasciare il segno. Si pensi, ad esempio, al celebre “Oculus Rift” (il visore per la realtà virtuale), sviluppato dalla società americana Oculus VR (poi acquistata da Facebook) grazie ad un finanziamento di 16 milioni di dollari, di cui 2,4 milioni provenienti proprio da una campagna di crowdfunding lanciata su Kickstarter. O perché no, a Baubax 2.0, una giacca da viaggio dotata di 25 scompartimenti pensati apposta per soddisfare ogni singolo bisogno del viaggiatore.
In nome della partecipazione collettiva, il crowdfunding si è rivelato utile anche nel caso di progetti di rivalutazione urbana di grande impatto sociale. Pur lasciando numerose perplessità sul fatto se sia giusto o meno chiedere alle persone un ulteriore contributo (oltre quello fiscale) per la costruzione o il miglioramento delle opere pubbliche, il caso Luchtsingel a Rotterdam è pero emblematico. Parliamo della costruzione di un grande ponte di legno (su cui, tra l'altro, sono stati incisi i nomi delle persone che hanno contribuito con somme superiori ai 25€) e di un'altra serie di opere pubbliche in un'area precedentemente semi-abbandonata. L'impresa realizzata è raccontata nel dettaglio sul sito Luchtisingel.org e il sito dezeen.com parla addirittura di prima infrastruttura pubblica finanziata dalla comunità, e perno del moderno "crowdfunding urbanistico".
Sulla scia di quanto riportato, anche Hub Maiora sta lavorando per realizzare progetti di crowdfunding a Civitavecchia, nella consapevolezza che si possa associare la capacità di ideare progetti ed iniziative innovative e di grande impatto sociale con gli strumenti necessari a realizzarle.